Una storia Cosmica
<<Papà!... ci risiamo... la solita storia... il piccolo non vuol dormire... dice che non ha sonno>>
<<Sbuff!>> sbuffò Papà che, appena tornato dal lavoro, già s’era seduto a tavola e, con tanto di tovagliolo al collo ed acquolina in bocca, stava per addentare la sua cena.
Sbuffò, ma sorrise. Sapeva benissimo che il piccolo era un furbetto ed altro non voleva che il suo papà gli rimboccasse le coperte e gli raccontasse una storia che lo accompagnasse dolcemente verso il magico mondo dei sogni.
Era un tipo strano Papà. Sempre in giro tutto il giorno per lavoro, arrivava a casa la sera stanco ma, nonostante ciò, gli venivano sempre in mente delle storielle da raccontare. Lui diceva che non era merito suo ma che le produceva, da sola, la sua mente bambina che lui aveva conservato gelosamente in un posticino nascosto del suo testone e che, mentre lui lavorava, lei, annoiandosi inventava continuamente storie. E cosi’ fu anche quella sera.
Papà sali’ le scale, entrò nella cameretta e si sedette sul bordo del lettino.
Il piccolo sorrise con quel sorrisetto eloquente che voleva
dire “e allora...la storia?”.
Papà, a sua volta, sorrise sicuro...la sua mente bambina aveva fatto un bel
lavoro e gli aveva già preparato questa bella storiella:
Angiolino Smemorino e il suo Dio goloso di mele.
C’era una volta, ma c’è ancora, in paradiso un angioletto..indovina un po’...biondo, ricciolino e paffuto..si proprio come te lo immagini tu...di nome Angiolino Angioletto.
Angiolino
Angioletto era uno degli angioletti più attivi di tutto il paradiso. Non sapeva
stare fermo un nanosecondo ed era sempre in giro a cercare di far del bene alla
velocità della luce.
Tanta era la sua attività ed il suo zelo che il buon Dio decise di affidargli
stabilmente un compito assai importante. Così, un bel giorno il Sommo D.P.O.
(Dio Padre Onnipotente) nominò Angiolino Angioletto nientepopòdimeno che....C.D.M.U.D.D.P.O.
(Cercatore Di Mele Ufficiale Di Dio Padre Onnipotente). Un grande onore ed un
incarico di grande responsabilità!
Tutti lo sapevano!...Dio era assai goloso di mele. Gli piacevano un sacco. Lo so che non è possibile (Lui è bravo, perfetto, forte ecc...ecc...) ma...diciamo la verità...Dio aveva un debole per le mele. Anzi...a dirla tutta...se gli portavi via una delle sue mele ...beh...si arrabbiava di brutto!...Ti ricordi di quella volta che l’uomo ne prese una dal suo giardino?...Quanto si arrabbiò!..ancora non gli è passata...ma questa è un’altra storia.
Torniamo al nostro Angiolino Angioletto. Per un tempo eterno Angiolino Angioletto, tutto orgoglioso del nuovo incarico corse alla velocità della luce per tutto il cosmo a prender le mele per Dio Padre Onnipotente per portargli ogni mattina una cesta di mele fresche al suo risveglio.
Angiolino Angioletto aveva il dono della velocità suprema ed una memoria di ferro.
Si ricordava precisamente di ogni più sperduto pianeta del cosmo che avesse una pianta di mele, a quale punto di maturazione fossero i frutti e quando sarebbe stata l’ora di coglierli.
Ah!...Sisisi!...,per quanto riguarda le mele, si può dire che Angiolino Angioletto avesse proprio tutto il cosmo sotto controllo. Non gli scappava niente.
Tutti ammiravano Angiolino Angioletto per la sua precisione e la sua efficienza.
Tutti...meno uno...quel mattacchione di Diavolino Diavoletto. Non lo conosci? Dai! Anche lui è diventato famoso per quella storia della mela! Dicono che sia stato proprio lui a convincere l’uomo a cogliere la mela proibita dal giardino di Dio Padre Onnipotente. Diavolino Diavoletto lo fece perché era invidioso dell’uomo a cui Dio Padre Onnipotente stava prestando troppe attenzioni. Invidioso e geloso. Come Invidioso e geloso era ora...indovina di chi?...di Angiolino Angioletto....odiosamente perfetto! Grrr...che rabbia gli faceva!
Detto fatto, Diavolino Diavoletto tese un tranello ad Angiolino Angioletto.
Si travestì da povero viandante e, fingendosi stanco ed affamato, chiese ospitalità per la notte ad Angiolino Angioletto.
Angiolino Angioletto era talmente buono che non trovò strano che in paradiso ci fosse un essere ridotto in quelle miserevoli condizioni...e così non ci pensò due volte...diede l’ospitalità richiesta ed il ricovero per la notte.
Dopo aver mangiato, prima di andare a letto il povero viandante offrì a Angiolino Angioletto (per sdebitarsi disse) una piccola ampolla di un elisir che...diceva...veniva dal suo paese natale (che però non precisò dove fosse ). Angiolino Angioletto bevve d’un fiato quel liquido dolciastro e poi, conscio del lavoro che l’avrebbe aspettato l’indomani salutò l’ospite dicendo <<Buonanotte ora è ora d’andare a dormire...domani ci sono delle bellissime mele da prendere sul pianeta.... >> non fece in tempo a finir la frase che cade in un sonno profondo.
L’indomani Angiolino Angioletto si sveglio e partì, come di consueto, alla velocità della luce verso...versoo...versooo...versooo...quel posto là...quello con quelle belle mele....oh Santi Numi!...come si chiamava quel posto...calma e sangue freddo. Angiolino Angioletto si sedette su una delle 457 lune del pianeta Callisto Terzo e pensò...pensò...pensò...finché venne sera.
Quando ritornò in paradiso, a mani vuote, corse subito in lacrime al cospetto di Dio Padre Onnipotente.
Si scusò tanto tanto...pianse e ripianse..ma ..non ricordava più dove fossero quelle belle mele.
Dio Padre Onnipotente non se la prese (Angiolino Angioletto gliene aveva portate talmente tante di mele che poteva andare avanti per un bel pezzo) e disse ad Angiolino Angioletto: << Non preoccuparti Angioletto mio.....sarai un po’ stanco...andrà meglio certamente domani>>
Ma l’indomani non andò meglio. E neanche il giorno appresso. Angiolino Angioletto tornava sempre senza mele. Girava tutto il cosmo.. ma niente...per quanto si sforzasse non ricordava più dove fossero finiti quei begli alberi.
In verità non ricordava un sacco di altre cose...dove avesse messo le chiavi di casa, dove avesse parcheggiato le ali....insomma la sua formidabile memoria era come svanita e gli pareva d’essere in balia di tutto e di tutti.
E...come se ciò non bastasse, quel mattacchione di Diavolino Diavoletto non perdeva occasione per prenderlo in giro e gli aveva appioppato un soprannome che lo faceva sentire veramente triste.... ora tutti in paradiso lo chiamavano..pensa un po’ Angiolino Smemorino.
Beh! Angiolino Smemorino divenne triste, smise di girare per il cosmo standosene sempre chiuso nella sua capanna sulla sua nuvoletta.
Ma Dio Padre Onnipotente non poteva restare insensibile e, per tirarlo un po' su, gli trovò un lavoretto.
Siccome l’Arcangelo Gabriele aveva maturato troppe ferie arretrate per il superlavoro come ammazza draghi, ed essendo rimasta sul pianeta Terra solo una famiglia di draghi abbastanza tranquilli, decise di affidare l’incarico di ammazza draghi a Angiolino Smemorino.
Lo fornì di drappo rosso e di spada fiammeggiante e lo mandò sulla terra da dove era giunta una preghiera dagli gli umani che chiedevano d’esser liberati da un drago che bruciava i raccolti e rovinava le case.
Angiolino Smemorino partì per questa nuova missione ripetendo tra sé e sé... Terra Terra Terra...Drago Drago Drago....per non scordarsi della sua missione, ma...quando arrivò ..beh ...già non si ricordava più del perché fosse su quel bel pianeta azzurro.
Camminò allora per la foresta e...chi ti incontra? Un essere alto circa 5 metri simile ad un lucertolone e con delle alette improbabili che mangiava lattuga con gli occhi lucidi lucidi... ..sembrava triste.
Angiolino Smemorino gli chiese chi fosse e perché fosse triste. Disse di chiamarsi Drago. Drago gli spiegò che era triste a causa degli umani che non lo lasciavano mai in pace e lo rincorrevano sempre con i forconi e con le lance...solo perché...beh!..solo perché lui aveva il raffreddore. Si...proprio il raffreddore, ma quando sternutiva non riusciva a controllare il fuoco e senza volere aveva bruciato un po’ di raccolti. Per questo gli umani lo odiavano.
Angiolino Smemorino si sedette vicino a lui e pianse. Drago piangeva...Angiolino Piangeva. Piansero, piansero tanto, ma così tanto che, per uno di quei misteri che pervadono il cosmo, forse perché con tutte quelle lacrime se n’era andato anche l’effetto del filtro... Angiolino Smemorino..ricordò. Ricordò tutto...le mele, i pianeti, quello strano viandante...
Guardò Drago e gli disse ..<< non ti preoccupare...ho la soluzione per te...prendi tua moglie Draghessa e il tuo figlioletto Draghetto e seguitemi. Vi porterò in un pianeta bellissimo. E’ un pianeta a forma di mela e tutte le foreste sono foreste di mela ed è pieno della migliore lattuga del cosmo e...non c’è l'Uomo...cosi’ voi Draghi potete vivere indisturbati.
La famigliola dei Draghi seguì Angiolino Smemorino in quel paradiso lussureggiante di vegetazione e pieno di foreste di mele ...e ritrovò così il sorriso!
Il popolo dei Draghi crebbe su quel pianeta e gli diede i nome di Pianeta Dragomela.
Per sdebitarsi con quell’angioletto pieno di compassione, il popolo dei Draghi, da allora, ogni mattina porta...dritto dritto a casa di Angiolino Smemorino, una bella cesta di mele per Dio Padre Onnipotente.
Così, Angiolino Smemorino, che dopo tante peripezie volle tenere quel soprannome, essendocisi affezionato e trovandolo addirittura divertente, libero dall’incombenza giornaliera di dover procurar mele per Dio Padre Onnipotente, poté dedicarsi all’attività che più gli dava soddisfazione ...esercitare la sua compassione per aiutare tutti gli esseri viventi che avessero bisogno del suo aiuto.
<<Ti è piaciuta la storia?>> ....chiese Papà Drago...ma il Piccolo Draghetto si era già addormentato...e stava sognando tanti begli alberi di mele succose.
Papà Drago gli rimbocco le coperte, spense la luce, e andò verso il suo bel caspo di lattuga che lo stava aspettando a tavola.
Mangiò la sua lattuga sorridendo serenamente ed il suo pensiero andò come faceva sovente al quel buffo Angioletto indovina un po’...biondo, ricciolino e paffuto..si proprio come te lo immagini tu...la cui compassione permise al popolo dei draghi di vivere in quel bel paradiso di mele e di lattuga.
(c) Copiaright "Nickdorazio" ..."copiaright" nel senso di "copialabene"
e distribuiscila liberamente.
L'ho scritta apposta perchè tutti i Papà Draghi la raccontino ai loro Draghetti.